Giuseppe Loi
Vista dell'installazione di Lacrime, Molineddu - Parco delle Arti, Ossi (SS), 2023.
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Vista dell'installazione di Lacrime, Molineddu - Parco delle Arti, Ossi (SS), 2023.
Vista dell'installazione di Lacrime, Molineddu - Parco delle Arti, Ossi (SS), 2023.
Ph: Alessandra Spanedda
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Vista dell'installazione di Lacrime, Molineddu - Parco delle Arti, Ossi (SS), 2023.
Ph: Alessandra Spanedda
Particolare dell'installazione di Lacrime, Molineddu - Parco delle Arti, Ossi (SS), 2023.
Ph: Alessandra Spanedda
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Particolare dell'installazione di Lacrime, Molineddu - Parco delle Arti, Ossi (SS), 2023.
Ph: Alessandra Spanedda
Particolare dell'installazione di Lacrime, Molineddu - Parco delle Arti, Ossi (SS), 2023.
Ph: Alessandra Spanedda
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Particolare dell'installazione di Lacrime, Molineddu - Parco delle Arti, Ossi (SS), 2023.
Ph: Alessandra Spanedda
Particolare dell'installazione di Lacrime, Molineddu - Parco delle Arti, Ossi (SS), 2023.
Ph: Alessandra Spanedda
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Particolare dell'installazione di Lacrime, Molineddu - Parco delle Arti, Ossi (SS), 2023.
Ph: Alessandra Spanedda
Lacrime, 2023.

Installazione ambientale.
Albero, stampe fotografiche c-print, graffette, colla, lenza, fili di poliestere, aghi, acrilici, fili di ferro, dimensioni ambientali.

Collezione Molineddu "Parco delle Arti".

"...Loi fa oscillare attorno a un albero strisce fotografiche dai soggetti diversi. Utilizzando il primo “regalo da grande” (una macchina digitale che inaugura così l’ingresso al mondo della fotografia), l’artista colleziona, a partire dall’adolescenza, un archivio di ricordi emotivamente variegati. Gli scatti sono uniti da filo e graffette e l’operazione dall’apparenza naïf ci appare nel suo sfacciato realismo: le immagini impresse raffreddano attimi che hanno generato lacrime, la cui origine (gioia o dolore) trova risposta solo nella connessione empatica tra soggetto umano e quello arboreo. L’ ineluttabile ossidazione a cui l’installazione va incontro non arreca danno al processo, ma lo arricchisce di carnalità e materia: borchie, fili, tagli, si fondono in una dimensione di corpo “vissuto”, di memorie stratificate e nostalgiche, quali cicatrici prive di distinzione netta tra felicità e sofferenza..."

Elena Calaresu


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