Le tende, 2018.
Installazione site specific.
Fotografie analogiche (stampa c-print), lenzuola, stoffa, acrilico, inchiostro, pizzo, misure ambientali.
Collezione Fondazione Siotto.
Luoghi del passato che segnano il presente e si proiettano nel futuro, Le tende è un diario visivo e tattile che risponde alla domanda “Chi sono io?”.
L’opera contempla, nella sua composizione, la fotografia come filo conduttore della ricerca insieme a vari materiali che spaziano dagli oggetti cari alla tradizione sarda fino a quelli di uso comune in epoca contemporanea, tutti simbolicamente rappresentanti di elementi propri e distintivi del vivere odierno. Al suo interno, la tenda in quanto oggetto preserva e funge da limen di una ipotetica dimora, identificandosi al tempo stesso come linea di confine e come varco di accesso; una sorta di dimensione altra che contemporaneamente separa e unisce lo spazio privato e lo spazio pubblico dell’individuo, lasciando la libertà al fruitore di compiere (o meno) l’atto di passaggio.
Proprio nell’oltrepassare questo “limite” risiede il fulcro del progetto che si pone come obiettivo generale quello di portare chi compie l’azione alla formulazione di nuovi interrogativi sui tanti temi personali e sociali che contraddistinguono ognuno e, in particolare, ad una riconsiderazione del concetto stesso di identità intesa appunto come apparato individuale che si estende alla collettività. Ecco allora il richiamo all’interrogativo iniziale, uno spunto da cui partire per arrivare a comprendere quanto sia influente per l’individuo l’esistenza degli spazi limite (siano essi fisici o mentali) e quale possa essere il grado di perturbanza generata dal loro superamento.